🎭 Il tradimento tra amicizia e amore – una lettura filosofica tra cinema e pensiero
Il tradimento è una delle esperienze più radicali dell’esistenza. Più ancora del dolore fisico, più della perdita, tradire – o essere traditi – ci pone di fronte alla verità cruda dei rapporti umani: nulla è garantito, nessun legame è eterno, tutto può spezzarsi. Ma al tempo stesso, il tradimento può rivelarsi anche un momento di verità, uno squarcio sull’identità profonda dell’altro e su noi stessi.
Nel corso di questa riflessione voglio attraversare due film che, pur diversissimi tra loro, mettono al centro questo tema in modo esistenziale e filosofico:
“C’era una volta in America” di Sergio Leone, che esplora il tradimento tra amici nel fluire inesorabile del tempo, e “Eyes Wide Shut” di Stanley Kubrick, che mette in scena il tradimento nella coppia, nella forma di un istante decisivo che cambia tutto.
Per capire davvero il senso profondo del tradimento, però, dobbiamo affidarci anche alla filosofia: a pensatori come Eraclito, Parmenide, Empedocle, Nietzsche e Heidegger, che hanno interrogato il tempo, la fedeltà, l’identità e la trasformazione.
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I. Il tradimento nell’amicizia: C’era una volta in America
Il film di Leone è molto più di una saga criminale. È un’epopea tragica sulla memoria, sull’amicizia e sulla nostalgia. I protagonisti – Noodles, Max e gli altri – crescono insieme in un legame che sembra sacro, eterno, indissolubile. Ma col tempo, questo legame si incrina: l’ambizione, la violenza e il desiderio di potere entrano in gioco, e l’amicizia viene tradita.
La chiave di lettura più profonda del film è il tempo. Leone non racconta solo una storia, ma mette in scena due dimensioni temporali:
• Da un lato, il Chronos, il tempo che scorre e divora, con le sue fasi: infanzia, adolescenza, età adulta, vecchiaia.
• Dall’altro, l’Aion, il tempo interiore, qualitativo, quello della memoria e del trauma, che per Noodles non passa mai davvero.
Qui si intrecciano due visioni filosofiche opposte:
🔹 Parmenide, per cui solo l’Essere è reale e immutabile, rappresenta la speranza di Noodles: salvare l’amicizia dalla corruzione del tempo. Per lui, l’amicizia è sacra, qualcosa che non dovrebbe cambiare mai.
🔹 Ma poi arriva Eraclito, col suo “panta rei”: tutto scorre, tutto si trasforma. I rapporti umani, proprio come i fiumi, non sono mai uguali a sé stessi. Il tempo modifica i legami, li mette alla prova, li spezza.
Il tradimento, allora, non è un incidente: è il frutto inevitabile del divenire.
La fedeltà di Noodles al passato lo imprigiona in una memoria dolorosa, mentre Max, che abbraccia il cambiamento fino al tradimento, perde se stesso nel delirio di potenza.
Questa tensione si ritrova in Empedocle, che parla di due forze cosmiche: Filia, che unisce, e Neikos, che divide.
All’inizio del film domina la Filia: i ragazzi sono più che amici, sono fratelli. Ma poi subentra la Neikos – l’invidia, il potere, il desiderio – che li allontana e li distrugge.
È la vita stessa a essere una danza tra unione e separazione, e il tradimento è una tappa dolorosa ma naturale di questo ciclo.
A questa visione si affianca Nietzsche, che ci parla della volontà di potenza: Max non tradisce per cattiveria, ma perché vuole affermarsi, superare i limiti della sua condizione. È disposto a sacrificare tutto – amicizia, amore, lealtà – pur di “diventare ciò che è”.
Noodles invece resta fedele, ma in questo si condanna: la sua coerenza lo isola, lo inchioda a un passato che non guarisce mai.
Ed è proprio questo eterno ritorno del dolore – la ciclicità del trauma – che condanna Noodles a vivere per sempre nel passato. Nietzsche direbbe: il tempo torna sempre, e chi non accetta la trasformazione è destinato a soffrire.
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II. Il tradimento nell’amore: Eyes Wide Shut
Se Leone racconta il tradimento nell’arco di una vita, Kubrick lo concentra in una notte.
La coppia – Bill e Alice – è colta nel cuore di una crisi silenziosa: un desiderio non confessato, una gelosia che esplode, una serie di eventi che portano Bill a esplorare il lato oscuro del desiderio e dell’identità.
Qui entra in gioco un’altra idea di tempo: il Kairos, il tempo dell’istante, dell’occasione decisiva.
Tutto il film si svolge in una sospensione temporale, in una notte in cui il tempo non scorre ma si intensifica.
🔹 Heidegger parlerebbe di Ereignis: l’evento che ci mette di fronte a noi stessi, che ci “accade” e ci chiede di scegliere.
🔹 Per Nietzsche, è l’attimo in cui si decide tutto: “Un solo istante può redimere o distruggere una vita intera”.
Anche qui ritroviamo Eraclito: la coppia non è una struttura stabile, ma un campo di forze in mutamento.
Il desiderio, la tentazione, la libertà – tutto minaccia l’equilibrio. E anche se nulla accade “davvero”, la sola possibilità del tradimento è già un terremoto.
🔹 Parmenide è evocato come sogno: l’amore vorrebbe essere eterno, saldo, immutabile. Ma la realtà è che ogni legame è fragile.
🔹 E Empedocle torna: Filia e Neikos agiscono anche nella coppia. L’amore tiene uniti, ma il desiderio, la noia, l’ignoto possono separare.
🔹 Per Nietzsche, il vero amore non è fusione, ma scontro tra libertà.
Bill cerca di controllare, Alice rivendica la profondità del desiderio.
Amare significa accettare che l’altro sia altro, e che la libertà dell’altro non può essere posseduta.
🔹 Heidegger, infine, ci dà la chiave:
L’amore autentico è apertura al mistero dell’altro.
Il tradimento, o la sua minaccia, fa parte di questa verità: che non possediamo mai davvero l’altro.
L’angoscia nasce dalla consapevolezza che la relazione non è mai del tutto sicura, e proprio per questo può essere vera.
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Conclusione
In entrambi i film, il tradimento è più che un gesto.
È un simbolo dell’esistenza umana, esposta al tempo, alla trasformazione, alla fragilità dei legami.
In “C’era una volta in America”, la ferita del tradimento dura tutta la vita: è il dramma del tempo che passa e del passato che non guarisce.
In “Eyes Wide Shut”, il tradimento è un lampo che apre un abisso: tutto si concentra in un istante.